Gallipoli, 28 luglio 2043
Pilar è seduta al bar dell’hotel. È spagnola, sta viaggiando da sola, di fronte a sé un bicchiere di Gin Lemon pieno e uno semivuoto. C’è l'happy hour e puoi prendere due drink uguali al prezzo di uno. A parte l’hour c'è poco di happy nell’aria. Fuori ci sono 52 gradi e un’umidità del 90%, l’hotel è semivuoto perché è bassa stagione: fa troppo caldo per viaggiare in questo periodo. Nessuno fa più le ferie a luglio e agosto come si faceva un tempo. Fuori c’è una festa in piscina per ricchi del posto. Si chiama “Sound of Lecce”. Il DJ spara musica trance a palla da bordo vasca, ma intorno alla piscina non è che ci sia molta gente: sono tutti dentro, troppo caldo anche per ballare in piscina.
Scendo in spiaggia. La discesa verso il mare è desolante. Gli alberghi e il lungomare ora sono lontani dall’acqua. Contro ogni previsione, il livello del mare non si è innalzato ma si sta ritirando. A circa 200 metri dall’acqua un cartello dice “nel 2025 il livello del mare arrivava qui”, 50 metri dopo c’è n’è un altro “nel 2030 il livello del mare arrivava qui” e così via. In spiaggia pochi temerari.
Mi tuffo in acqua. Brodo. Nessun sollievo. Esco. Sono già asciutto. Tentativo di spiaggia immediatamente abortito. Si schiatta dal caldo. Torno verso l’hotel. La sensazione è post-apocalittica. Non c’è nessuno. Nella lunga salita verso l’hotel si sente ancora la trance sparata dal DJ a bordo vasca. Sembra di avere un phon costantemente puntato addosso. Nei tavoli all’aperto non c’è nessuno. In piscina pochissime persone, evidentemente accaldate.
Entro, poca gente. Qualcuno seduto ai freschi tavolini del bar, dove l’aria condizionata sembra la cosa più bella del mondo. La spagnola ha ancora mezzo drink davanti a sé. Chissà se è uno dei due di prima o ne ha presi altri due.
Complice l’happy hour ordino due birre. Ma perché in questo hotel lavorano solo indonesiani? Finisco le birre. Doccia.
Ora di cena. Intorno all’hotel la movida di un tempo si è spenta. Solo hotel semiabbandonati, vuoti o chiusi e abusi edilizi mai terminati. Qui ormai l’alta stagione va da aprile a giugno. L’unica alternativa nelle vicinanze è un ristorante finanziato dalle Nazioni Unite per supportare una comunità locale. Non ho voglia di mettermi in auto al caldo. Mi tocca andare alla cena a buffet offerta, a pagamento, dall’hotel.
Come ogni pasto a buffet che si rispetti, è scadente. Su un cartellino di fianco ai contenitori di metallo che servono a tenere in temperatura il cibo c’è scritto, in inglese, il contenuto. Tutte indicazioni abbastanza precise, tranne vicino a un contenitore, che reca genericamente la scritta “Indian food”. Così, come se in un subcontinente si mangiasse una cosa sola.
Ad allietare la serata nel mezzo di un’apocalisse di calore al fondo del ristorante c'è una band che suona strumenti improbabili e una danzatrice che delizia i pochi ospiti dell’hotel con balli discutibili. In Boris dicevano “un Paese di musichette, mentre fuori c’è la morte”. Rende bene il concetto.
Provo a uscire all’aria aperta. Fa ancora caldissimo. Il DJ continua a sparare musica trance nel nulla. Trovo rifugio, di nuovo, al fresco del bar. La spagnola sta bevendo l’ultimo sorso del suo drink. Si gira verso il barista, indica il bicchiere, rotea il dito e poi fa segno 2 con le mani. Ne vuole altri due. L’happy hour è finita. Pazienza.
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Ora, sostituisci da questa scena apocalittica “Gallipoli, 28 luglio 2043” con “Lato giordano del Mar Morto, 14 luglio 2023”, “Sound of Lecce” con “Sound of Amman” e i riferimenti agli anni in cui l’acqua si ritrae, che vanno in realtà dal 2000 in poi. Avrai un resoconto abbastanza accurato di una mia mezza giornata sul Mar Morto.
Purtroppo, a parte forse l’improbabilità dell’acqua che si ritrae nel Mediterraneo, il resto potrebbe verosimilmente essere un racconto dalle coste italiane tra 20 anni. Mi piacerebbe risolvere la questione à la Ferragni, che l’altro giorno ha scritto “è chiaro che tutto questo è più grande di me e di tutti noi. Ho provato a pensare cosa avrei potuto fare per dare una mano e non ho trovato una risposta, ma se le istituzioni dovessero avere bisogno di me in qualche modo io sono qui per fare la mia parte”, ma credo che sia tutto più complicato di così.
Buona estate.
Nelle puntate precedenti
Questa newsletter esce a sorpresa e parla di cose a caso come: domande in stile Focus, considerazioni sulla geografia del nostro tempo, la storia del calabrone, una trasferta a Chicago, la Venere turista, l’LSD, le cose che imparo, la sinistra, RAI Play, le televendite, le previsioni, i cinepanettoni, Elon Musk, l’arte, il metaverso.
Eh sì, certo, adesso ti scrivo pure quando esce il prossimo numero. Come no.