[Special di Natale] The world's a stage and each must play a part
Da Petronio a Elvis, passando per Boldi e De Sica.
Tre uomini sfaccendati, gente coinvolta in orge per caso, una sana dose di volgarità, un finto funerale, fughe improbabili da situazioni imbarazzanti, ricche nobildonne che confondono i protagonisti e molto altro. A grandi linee ho riassunto la trama del Satyricon di Petronio. Quest'opera ci conferma come il cinepanettone sia un genere letterario, ancora prima che cinematografico, che caratterizza la produzione culturale italiana sin dal I secolo d.C.
Da qualche tempo con i miei amici, tutti pseudointellettuali di sinistra e plurilaureati, abbiamo iniziato a recuperare quel ramo della cinematografia spesso bistrattato costituito proprio dai cinepanettoni. In questo cineforum improvvisato apparteniamo tutti a quella categoria di persone che non hanno visto questi capolavori quando sono usciti al cinema, perché ritenevamo di essere troppo intelligenti per misurarci con questi sottoprodotti. Dallo scorso anno, però, abbiamo deciso di visionare quanto perso e guardiamo tutto con stupore e meraviglia. Oggi, dopo averne visti diversi, in alcuni passaggi ridiamo di gusto.
Devo però fare un caveat: per "cinepanettoni", nel nostro circolo, non intendiamo soltanto i film usciti in concomitanza del Natale, ma tutti quei film che girano intorno a quell'universo. Per intenderci, non ci limitiamo ai "Vacanze di Natale" o ai "Natale a...", ma inseriamo nella stessa categoria anche capolavori quali "Yuppies", "Paparazzi", "Bodyguards", "Grandi Magazzini" e simili.
L'universo dei cinepanettoni ci regala un'Italia che non c'è più, una visione della vita sessista e basata sulle differenze regionali che, vista oggi, a volte fa sorridere per l'ingenuità con cui si approcciavano certi temi, altre volte fa soltanto accapponare la pelle.
Proprio per la nostra concezione estensiva del cinepanettonesimo, siamo giunti alla conclusione che questo genere dà il meglio di sé quando non ha l'assillo della trama, non a caso i più votati dalla nostra giuria critica sono titoli come Paparazzi o Bodyguards: film totalmente privi di ogni velleità narrativa. Art for art's sake.
Purtroppo quest'anno è troppo tardi, ma stiamo lavorando alla realizzazione del "Festival del Cinepanettone". Un evento in cui discutere in maniera critica i principali temi e personaggi. Qui sotto un breve estratto di alcuni incontri in programma nella prima edizione, che cercheremo di organizzare a dicembre 2023. Location? Ovviamente Cortina.
27 dicembre 2023
La misura dell'empowerment di genere: cinepanettoni e femminismo
Ne parliamo con: Massimo Boldi, Michela Murgia, Megan Gale, Rula Jebreal, Anna Falchi, Giuseppe Cruciani.
28 dicembre 2023
La visione dell'omosessualità nei cinepanettoni
Intervengono: Christian De Sica e Paolo Conticini, Alessandro Cecchi Paone, Biagio Izzo, Mario Adinolfi.
29 dicembre 2023
Enzo Salvi's Bloomsday
Un viaggio itinerante per Cortina guidato da Corrado Augias sulle orme del grande Enzo Salvi. Il giornalista guiderà i partecipanti tra le strade della città dolomitica, leggendo le principali battute del comico romano.
Il resto del programma sarà ufficializzato più avanti.
Qualche altra cosa sparsa qua e là
John Lewis, un sito inglese che vende cose varie, ogni anno fa una bella pubblicità di Natale (tipo quella che avevano fatto qualche anno fa con Elton John), questa è quella di quest'anno:
Mi è piaciuto molto questo di Penny Market, che ci ricorda che stiamo vivendo tempi duri e li supereremo se ci parliamo:
O questa di Volvo, che non c'entra niente con il Natale, che non è neanche troppo recente, ma che ho visto solo qualche settimana fa e mi sembra bello regalartela:
Non è un video, non è un cinepanettone, ma a questo link c'è un Bignami sull'economia dei (tantissimi) film di Natale americani che escono ogni anno. Spoiler: si girano in Canada, costa poco farli, si ripagano in fretta, ma se non li giri d'inverno spenderai circa 50k $ in neve artificiale.
Chiudo con una canzone che per me è natalizia anche se non lo è: si tratta di una versione live di "Are you lonesome tonight?" cantata da Elvis. Ad un certo punto decide di cambiare una strofa della canzone (pare lo facesse spesso nei live) e anziché cantare “Do you gaze at your doorstep and picture me there?” canta “Do you gaze at your bald head and wish you had hair?”. Cosa sia successo in quel momento non ci è dato saperlo. Qualcuno narra che uno tra il pubblico, sentendosi chiamato in causa, si sia tolto il parrucchino, altri sostengono che lui abbia semplicemente visto un uomo pelato in prima fila. In ogni caso, Elvis scoppia a ridere, la corista in sottofondo non smette di fare i suoi vocalizzi e lui cerca più volte di riprendere a cantare, ma non riesce a smettere di ridere. Canta in realtà pochissimo della parte rimanente della canzone, tra cui la frase "the world's a stage and each must play a part". Un mantra.
La lascio qui e ti auguro buon Natale!
Nelle puntate precedenti
Nello scorso numero ho parlato di una bambina che mi dà del ciccione, in quello prima di un tizio che ha fatto una barca di marmo, mentre in quello ancora prima ho ululato contro il metaverso.
Il prossimo numero uscirà poco prima o poco dopo Capodanno. Contiene le previsioni per l'anno che verrà, come fanno quelli bravi. Se hai degli argomenti su cui vuoi la mia previsione, scrivimelo.